Lesioni del Tendine d’Achille

Rigidità di Gomito
26 settembre 2017
Conflitto Anteriore e Posteriore
26 settembre 2017

LESIONI DEL TENDINE D’ACHILLE

  1. Di cosa si tratta?

Il tendine d’Achille è il tendine più largo del nostro corpo e collega il muscolo del polpaccio (Tricipite della sura) al calcagno. Sebbene sia molto robusto, frequentemente può infiammarsi e degenerare fino alla rottura. Vi sono due tipi di tendinopatia del tendine d’Achille, quella non-inserzionale e quella inserzionale. La prima si verifica nella zona centrale del tendine, dove si riscontrano piccole fissurazioni, edema e ispessimento delle fibre. Più frequentemente questo tipo si verifica nel giovane. Nella tendinopatia inserzionale invece, il processo degenerativo colpisce l’inserzione del tendine sul calcagno dove oltre alle alterazioni precedentemente descritte possono formarsi delle calcificazioni. Interessa pazienti di qualunque età, sia fisicamente attivi che sedentari.Le cause che determinano l’insorgenza della tendinopatia, solitamente sono relative ad un cambio improvviso nel livello di attività (ripresa dello sport dopo lungo periodo di inattività, pratica di attività sportiva molto saltuaria), oppure condizioni predisponenti come retrazione del gastrocnemio e speroni ossei (Morbo di Haglund).

  1. Come influenza la mia vita quotidiana?

Entrambe le condizioni hanno un notevole impatto sulla qualità di vita in quanto il dolore è presente costantemente ed aumenta all’inizio e dopo l’attività fisica, ma anche salire e scendere le scale può diventare doloroso.

  1. Esistono trattamenti conservativi?

La tendinopatia Achillea può essere trattata conservativamente utilizzando sia fisioterapia, che ortesi. Gli esercizi eccentrici svolgono un ruolo fondamentale nell’approccio terapeutico inziale, essendo semplici e molto efficaci. In aggiunta, le onde d’urto possono aiutare il tessuto tendineo nel processo di guarigione. In seconda linea, si hanno a disposizione terapie biologiche come le iniezioni peritendinee di PRP (concentrato di fattori di crescita piastrinici o ADSCs), che intervengono nella guarigione biologica e nella rivascolarizzazione del tessuto tendineo.

  1. È necessario l’intervento chirurgico?

Quando le misure conservative falliscono, è possibile ricorrere alla chirurgia. Il trattamento chirurgico consiste nell’asportazione dell’area degenerata del tendine e riparazione di eventuali soluzioni di continuità. In casi selezionati si esegue una plastica di rinforzo con tendini autologhi od omologhi e/o iniezione intraoperatoria di PRP. Talvolta, il tendine d’Achille degenerato può andare incontro a rottura acuta. Questo può verificarsi più facilmente durante la pratica sportiva o a seguito di una brusca contrazione. Se la rottura interessa il tratto inserzionale bisogna eseguire una ricostruzione chirurgica se la lesione è non inserzionale, è possibile intervenire sia chirurgicamente sia conservativamente, immobilizzando la gamba per 6 settimane.