Edema Osseo e Necrosi dell’Osso Subcondrale

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EDEMA OSSEO E NECROSI DELL’OSSO SUBCONDRALE

  1. Di cosa si tratta?

L’edema osseo è una condizione di infiammazione, dovuta al sovraccarico, della porzione spongiosa dei capi articolari ossei. Tipicamente si presenta ai condili femorali ed agli emipiatti tibiali, laddove si verifichi un sovraccarico traumatico o cronico. La necrosi è una situazione simile di infiammazione della spongiosa ossea, ma deriva principalmente da cause vascolari, configurandosi come una forma di infarto osseo (necrosi ossea avascolare). Le cause della necrosi possono essere svariate; tra le principali si ricordano l’utilizzo di corticosteroidi, anemia falciforme, obesità, lupus eritematoso sistemico, abuso di alcool e droghe. Inoltre, non è infrequente che la necrosi sia causata su base traumatica.

  1. Come influenza la mia qualità di vita?

La necrosi risulta sempre in una infiammazione molto dolorosa della regione di osso affetto. Il dolore solitamente peggiora con il carico e ciò porta erroneamente a pensare ad una lesione cartilaginea o meniscale (soprattutto quando la necrosi è molto lateralizzata). Si verifica spesso anche un gonfiore della zona, che causa anche difficoltà alla completa mobilità del ginocchio. Nei casi di necrosi più severa, anche il minimo carico sul ginocchio può comportare dolore, costringendo il paziente al riposo o alla deambulazione in scarico dell’arto, con stampelle.

  1. Quali sono i possibili trattamenti conservativi?

Solitamente questo genere di danno (sia che si tratti di edema, che di necrosi) viene recuperato con un trattamento conservativo composto dall’assunzione di bifosfonati e vitamina D, lo scarico completo dell’articolazione (deambulazione con due stampelle) e l’applicazione di magnetoterapia. Queste misure sono volte ad evitare la progressione del danno e a ripristinare la calcificazione dell’osso. L’unico limite della terapia conservativa è che risulta molto prolungata (dai 3 ai 6 mesi), costringendo il paziente al riposo.

  1. È necessario l’intervento?

Di recente si è sviluppata una tecnica chirurgica microinvasiva nota come subcondroplastica. Con l’inserimento di una piccola cannula all’interno dell’osso, è possibile rilasciare localmente un sostituto minerale che provvede ad una calcificazione artificiale immediata della regione necrotica ed edematosa. Il paziente recupera la possibilità di carico nella prima giornata postoperatoria, con ottimi risultati funzionali. In tale modo si evita il lungo periodo di guarigione che è richiesto dal trattamento conservativo.